Senza un’opinione pubblica informata, la sostenibilità diventa un macigno sul settore ortofrutticolo
21 Aprile 2023
74ma assemblea di Fruitimprese
Il settore ortofrutticolo è uscito discretamente bene da anni difficili e, soprattutto, dal contesto determinato dal rincaro delle materie prime che aveva fatto lanciare l’allarme su scenari imponderabili dallo stesso relatore intervenuto in assemblea l’anno scorso, cioè Davide Tabarelli (presidente di Nomisma Energia). “Per fortuna – ha detto – il peggio non si è verificato”.
Sopra e sotto: la sala dove si è svolta la 74ma assemblea nazionale di Fruitimprese e i partecipanti
Tuttavia, laddove non hanno potuto infliggere danni irrimediabili pandemia e crisi, rischiano di farlo le politiche europee in tema di sostenibilità ambientale, tese a soddisfare un’opinione pubblica che è però solo parzialmente informata: parliamo ad esempio dei nuovi regolamenti europei in materia di riduzione dei fitofarmaci e in tema di imballaggi.
A sinistra: Davide Tabarelli (presidente di Nomisma Energia) ha spiegato come sia rimasto sostanzialmente invariato lo scenario di dipendenza dalle fonti fossili e come gli obiettivi dell’Accordo di Parigi siano di fatto irraggiungibili / A sinistra: Marzia Scopelliti (Responsabile relazioni istituzionali EUROPEN) ha illustrato in dettaglio la nuova direttiva sugli imballaggi cui l’Europa sta lavorando
Il che non è senza qualche paradosso. Perché è come se un settore che è, per sua stessa natura, virtuoso in quanto antesignano nella produzione a bassi input chimici, con un’impronta di carbonio inferiore rispetto ad altre filiere, produttore di cibo essenziale per una sana alimentazione, si trovasse a essere discriminato e penalizzato più per questioni di opinione che non di oggettivi riscontri scientifici.
I videosaluti introduttivi del ministro dell’agricoltura
La 74ma assemblea di Fruitimprese ha consentito di approfondire questi e molti altri aspetti, come anche di analizzare il calo dei consumi, la mancanza di manodopera, una burocrazia troppo complessa e la carenza di investimenti in Ricerca e Sviluppo. Il tutto grazie ai qualificati interventi di diversi relatori, con la moderazione della giornalista Radiocor-Il Sole 24 Ore Silvia Marzialetti.
Impossibilitato a raggiungere Roma per i disagi sulle linee ferroviarie, si è collegato da remoto anche Francesco Avanzini, direttore generale operativo CONAD, il quale ha analizzato i rapidi mutamenti in atto negli stili di consumo
Importanti le presenze istituzionali, con i saluti del ministro Francesco Lollobrigida in apertura dei lavori e la presenza dell’europarlamentare Paolo De Castro in chiusura. E’ intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Giansanti e De Castro: entrambi hanno sottolineato i rischi insiti in politiche europee troppo stringenti nei confronti del settore primario; l’unica speranza potrebbe essere determinata, ha spiegato De Castro, semplicemente dal fatto che si è a fine legislatura e che dunque le nuove normative potrebbero non essere approvate in tempo
Gli interventi della tavola rotonda conclusiva hanno visto alternarsi figure di spicco della filiera, per analizzare i mutamenti in atto negli stili di vita e il rapporto con un consumatore con il quale bisogna ripartire dai fondamentali della comunicazione, spiegando che cosa l’ortofrutta rappresenti proprio in termini di impatto ambientale, di ruolo preventivo nei confronti delle patologie, di nuove modalità di consumo, di filiere controllate, di innovazione non soltanto nell’assortimento varietale ma anche nella gestione delle risorse, come quella dell’acqua, per esempio
I partecipanti alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista Marzialetti. Da sinistra a destra: Attilio Pagni (Responsabile commerciale Alimentari Ortofrutticoli ABC S.p.a.), Claudio dall’Agata (Direttore Generale Consorzio Bestack), Alessandro Annibali, (Presidente e A.D. New Factor S.p.a.) e Massimiliano Del Core (Presidente Ortofrutta Italia).
La relazione del presidente di Fruitimprese, Marco Salvi
Fruitimprese riunisce oltre 300 imprese per un fatturato complessivo di 8 miliardi di euro, di cui 2 miliardi di export. La sua tradizionale assemblea nazionale, giunta alla 74ma edizione, si è svolta ieri 20 aprile 2023 a Roma.
Marco Salvi, al centro, insieme ai due vicepresidenti di Fruitimprese Giacomo Suglia (a sinistra) e Luigi Mazzoni (a destra)
La bilancia commerciale del 2022
Dal punto di vista del commercio estero del settore ortofrutticolo, il 2022 segna un nuovo record per le esportazioni italiane che valgono oltre 5.3 miliardi di euro con un +1,5% sul precedente record del 2021. E’ positivo per 665 milioni il saldo della bilancia commerciale con un calo del 38,1% rispetto all’anno precedente ma replicando il risultato del 2020. Dal punto di vista delle quantità esportate si confermano i dati del 2021 con un calo impercettibile di 14.000 tonnellate pari allo 0,4%. Negativo nel 2022 il confronto con le quantità importate che risultano superiori a quelle spedite oltre confine di 110.000 tonnellate.
“Lo abbiamo detto e lo affermiamo da molti anni ormai – ha detto Salvi – il futuro dell’export ortofrutticolo passa dall’apertura dei nuovi mercati. Il meccanismo sta ripartendo, si sta aprendo il mercato thailandese ai nostri prodotti di punta ed anche l’Unione Europea sta facendo dei passi avanti come soggetto unico al tavolo delle trattative. Per quanto riguarda il mercato europeo il nostro credo deve essere “qualità e distintività”, lo abbiamo ribadito in occasione della recente cabina di regia per l’export. Il prodotto italiano non può competere in termini di volumi e di prezzo con gli altri Paesi produttori come la Spagna o il Nord Africa, non ce lo permettono la dimensione delle nostre aziende agricole ed il nostro sistema fiscale e contributivo. Dobbiamo puntare a consumatori in grado di apprezzare e remunerare un prodotto di qualità superiore e con caratteristiche uniche puntando sulle nuove varietà e sul collegamento con il territorio di provenienza”.
Marco Salvi
La crisi dei consumi
Nelle ultime settimane Freshfel e CSO Italy hanno lanciato l’allarme, o meglio hanno certificato una situazione di calo dei consumi che in alcuni casi è un crollo. Le ragioni di questa debàcle? Spiega Salvi: “I millennials consumano poca ortofrutta; le nuove generazioni ne consumano ancora meno; la crisi economica riduce la propensione a consumare i prodotti freschi verso una alimentazione considerata, a torto, più economica ed energetica; c’è poi una errata percezione che la frutta e la verdura sono costose, quando invece una dieta con 5 porzioni di frutta e verdura si può ottenere con meno di 2 euro al giorno”.
Sopra e sotto: il preoccupante quadro dei consumi in Europa
Gli acquisti di ortofrutta nel 2022 in Italia si sono ridotti di 500mila tonnellate, la diminuzione è pari a quella registrata nei 5 anni precedenti. Contro questo stato di cose noi di Fruitimprese – ha spiegato Salvi – “riteniamo che sia il momento di un cambio di passo nella comunicazione. Accogliamo con favore le dichiarazioni del Ministro Lollobrigida che ha annunciato una campagna di informazione istituzionale”. Per Fruitimprese la comunicazione è importante ma va accompagnata da una politica produttiva e distributiva coerente, gli anelli della filiera devono collaborare costantemente. La soluzione non è secondo noi il taglio dell’IVA, “ma è fondamentale che sugli scaffali e nei negozi di prossimità sia presente sempre il meglio di ciò che possiamo offrire in termini di qualità e di varietà, ponendo fine a politiche di riduzione di prezzo ingiustificate”.
Cosa succede a Bruxelles
Nel 2022 da Bruxelles sono arrivate diverse proposte che hanno un impatto diretto sul settore ortofrutticolo, a partire dalla proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, quella sul ripristino della natura, fino alla più recente proposta di revisione della normativa sugli imballaggi presentata lo scorso novembre. Salvi spiega: “Il minimo comune denominatore tra queste proposte, come per tutte quelle previste dal Green Deal, è un ridimensionamento del sistema produttivo europeo che sembra essere in controtendenza rispetto alla domanda sempre più in crescita di prodotti salubri e di qualità da parte della popolazione”.
Per quanto riguarda la proposta sui fitofarmaci, l’Italia risulta essere tra i Paesi più svantaggiati poiché viene richiesta una riduzione pari al 62% entro il 2030, a fronte di un obiettivo europeo del 50%. La proposta UE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio si inserisce in un contesto normativo europeo molto frammentato con una serie di decreti, in Francia, Spagna e Belgio, volti a vietare l’uso di determinati format sia in plastica che in altri materiali. L’obiettivo principale della Commissione è infatti quello di armonizzare la legislazione europea attraverso un regolamento direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. In tema di lotta alle emissioni e di salvaguardia dell’ambiente “i nostri operatori sono i primi a riconoscere la necessità di invertire la rotta, i problemi risiedono più che altro nelle tempistiche e gli strumenti previsti da Bruxelles per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica”. Aggiunge Salvi: “Abbiamo bisogno di basare scelte così importanti su studi scientifici e non su preconcetti ideologici. Asserire che la plastica è “il problema più grande del pianeta” non ha molto senso, ogni attività umana può avere un impatto sull’ambiente o sulla salute umana o animale”.
Siccità e manodopera
Terreno, acqua e lavoro sono i 3 fattori di produzione principali della ortofrutticoltura, il primo per fortuna non manca, anche se il teorema delle aree sensibili del Green Deal sta tentando di portarcelo via; per gli altri due la situazione è drammatica e stavolta la soluzione non può che venire dalle istituzioni, noi operatori figuriamo per lo più come spettatori paganti. “Finalmente la politica – ha detto Salvi – sembra aver preso coscienza del problema della siccità, con l’istituzione di un Commissario Straordinario e di una cabina di regia. Riteniamo che si debba dare il via al piano invasi ed ai progetti che mettano in pratica il finanziamento di 880 milioni previsto nel PNRR”. Per quanto riguarda la crisi della manodopera noi come Fruitimprese “abbiamo lanciato l’allarme già dal 2020. La pandemia ha rivoluzionato il mercato del lavoro, in particolare quello dei lavoratori agricoli e bisogna trovare delle soluzioni di medio-lungo termine. Sappiamo già che purtroppo l’abolizione del reddito di cittadinanza non basterà contro la crisi della manodopera specializzata e lo dimostra la corsa al click day per il decreto flussi che ha esaurito le disponibilità, seppur accresciute, in un solo giorno”.
“Non ce ne vogliano i sindacati – ha aggiunto Salvi – ma è il momento di ripensare ai buoni lavoro, semplici da utilizzare, convenienti e che garantiscano al lavoratore una retribuzione certa ed immediatamente spendibile, come avviene in altri Paesi europei che stanno drenando, a nostro discapito, i lavoratori specializzati provenienti dall’Europa dell’Est”. “Le nostre speranze sono riposte nel tavolo che il Ministro Lollobrigida ha annunciato di voler costituire con il Ministero del Lavoro. E accogliamo con favore il progetto governativo di creare delle strutture nei Paesi di origine per formare lavoratori adatti alla nostra agricoltura, compito finora totalmente a carico delle aziende che spesso vedevano i lavoratori formati dirigersi verso altri Paesi e settori agricoli più remunerativi”. In tema di costo del lavoro, il citato tavolo interministeriale “dovrà occuparsi anche della riduzione dei costi a carico delle aziende italiane che sono costrette a competere sui mercati
internazionali con concorrenti che pagano una frazione degli oneri fiscali e contributivi. E’ il momento di riequilibrare le forze in campo, anche a livello nazionale, consentendo a tutte le imprese di beneficiare delle agevolazioni a favore dei territori cosiddetti svantaggiati”.
Cosa ci attende
“Il 2023 deve essere un anno di svolta – ha concluso Salvi – Il Governo Meloni dovrà mettere in atto i provvedimenti promessi in campagna elettorale e confidiamo che il dicastero dell’agricoltura, al quale finalmente è stato deputato un esponente di primo piano del partito di governo, possa essere al centro del piano di rilancio del nostro Paese. Gli operatori si attendono molto dalla politica anche nell’ambito dei rapporti tra gli anelli della filiera. Ci attendiamo i primi provvedimenti a carico di chi non rispetta le regole dettate dalla normativa di contrasto alle pratiche sleali, ma anche la semplificazione e razionalizzazione della burocrazia agricola, così come scritto nella Legge di Bilancio”.
In foto sotto: Angelo Benedetti (Presidente e Direttore Generale Gruppo UNITEC) al termine della sua relazione come sponsor dell’evento, insieme a Marco Salvi
Author: Rossella Gigli
© FreshPlaza.it
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