Le criticità del settore ortofrutticolo all’esame di Fruitimprese Veneto

19 Aprile 2023

L’Associazione ha organizzato un evento con gli esperti Gualtiero Roveda e Andrea Sirotti Gaudenzi

 

Dalla proprietà intellettuale agli infortuni sul lavoro, dalla registrazione di un marchio alla protezione dei dati e del proprio sistema informatico. Questi e numerosi altri temi sono stati trattati la scorsa settimana durante un convegno organizzato a Verona (presso VeronaMercato) da Fruitimprese Veneto, presieduto da Stefano Pezzo. Più di trenta gli imprenditori intervenuti. Relatori sono stati gli avvocati Gualtiero Roveda e Andrea Sirotti Gaudenzi, due fra i massimi esperti nel loro campo e consulenti di associazioni e aziende ortofrutticole in tutta Italia.

Stefano Pezzo presidente Fruitimprese Veneto

 

Nel suo saluto introduttivo il presidente Pezzo ha posto l’accento sull’importanza di fare squadra a livello associativo, “perché solo nel confronto si possono trovare soluzioni a problemi che a volte, da isolati, paiono insormontabili”.

Entrando nel vivo del convegno, la prima domanda ha riguardato i marchi. “In Italia si registrano pochi marchi e vi sono poche domande di brevetto – ha esordito Sirotti Gaudenzi – e il trend purtroppo investe anche il settore ortofrutticolo. Eppure i costi sono piuttosto limitati: ad esempio, per la registrazione di un marchio per tutta l’Unione europea la spesa è pari a 850 euro per 10 anni e, a livello italiano, si paga ancora meno. Cercare di risparmiare in questo settore non è una scelta saggia, dato che la registrazione è una tutela importante sia per il marchio principale dell’azienda, sia per quelli secondari e difensivi”.

Gli avvocati Gualtiero Roveda e Andrea Sirotti Gaudenzi

 

Il convegno è stato un “botta e risposta” moderato dal giornalista di FreshPlaza Cristiano Riciputi, il quale ha “bersagliato” di domande gli interlocutori ognuno a seconda delle proprie competenze. Ad esempio, in merito ai residui nell’ortofrutta, Roveda ha precisato che “la responsabilità, nel caso di commercializzazione di prodotto non conforme, ricade, pur con responsabilità diverse, su tutta la filiera, dall’agricoltore all’ultimo rivenditore. In sostanza, su tutti coloro che, nel ciclo produttivo e nella dinamica della commercializzazione, concorrono all’immissione dei prodotti alimentari al consumo, i quali hanno il dovere di porre in vendita i prodotti conformi alle prescrizioni di legge”.

Gualtiero Roveda

 

E Sirotti Gaudenzi ha ricordato l’importanza di proteggere in maniera completa l’immagine aziendale. Infatti, ha chiarito che “Non solo il marchio e il nome a dominio di un’impresa sono tutelabili, ma anche il sito Internet aziendale gode di protezione. Per esempio, può essere sottoposto a tutela anche un layout grafico particolarmente originale del sito web e della brochure”. Inoltre, Sirotti Gaudenzi ha evidenziato che “Internet ha delle regole ben precise ed è indispensabile inserire le note legati e la cookie policy: se non sono chiariti tutti gli aspetti del trattamento dei dati, si può incorrere in sanzioni particolarmente pesanti”.

Andrea Sirotti Gaudenzi

 

Roveda è stato sollecitato sul tema dello squilibrio contrattuale con la Gdo e sulle tutele poste dal legislatore: “Le leggi ci sono – ha detto l’avvocato – quel che, ad oggi, sono mancati sono stati i controlli d’ufficio. Non ci si può aspettare che siano i contraenti deboli a denunciare, con poi il timore di subire ritorsioni commerciali”.

“Se la Gdo non compra al prezzo giusto – ha commentato un imprenditore – come posso io garantire il prezzo giusto in campagna?”. Chiaro e conciso il suo intervento. “Alla luce di quanto abbiamo sentito finora, si può dire che aprire l’azienda ogni mattina è un atto eroico”.

Ed è possibile evitare che i dipendenti vadano a divulgare in giro i “segreti aziendali” e le “informazioni commerciali” dell’impresa per la quale lavorano? “Sì – ha risposto Sirotti Gaudenzi – esistono norme specifiche sul punto e, per ottenere una tutela maggiore, si possono sottoporre a dipendenti e a collaboratori documenti che impongano la segretezza di informazioni particolarmente strategiche”.

Gli imprenditori presenti si sono mostrati particolarmente interessati alle problematiche relative all’importazione di prodotti provenienti da Paesi UE, trattati con presidi fitosanitari registrati nei Paesi di provenienza, ma non in Italia. Su tale punto, i relatori hanno evidenziato che è in atto un processo di progressiva armonizzazione che ha l’obiettivo di creare un sistema che non ostacoli la libera circolazione delle merci all’interno della Unione e offra ai produttori le stesse opportunità. Allo stato, le sostanze attive vengono ammesse a livello comunitario. I formulati commerciali vengono poi registrati da ogni singolo Stato membro e autorizzati per le colture in funzione dell’importanza agronomica delle stesse. Da ciò deriva che un prodotto d’importazione (è considerato tale anche se è di origine di un Paese UE) può essere commercializzato in Italia, anche se è stato trattato con prodotto non autorizzato nel nostro Paese, ma solo a condizione che non presenti residui.

Presenti anche Paolo Merci e Marco Dallamano (Veronamercato)

 

L’iniziativa è stata promossa e organizzata da Fruitimprese Veneto, che ha voluto il convegno per sottolineare l’importanza dell’unione fra imprese e condivisione dei problemi, allo scopo di trovare soluzioni nel confronto con esperti. Erano presenti anche il presidente e il direttore di Verona Mercato rispettivamente Marco Dallamano e Paolo Merci , nonché Leonardo Odorizzi (imprenditore) e Monja Sofia (segretaria di Fruitimprese Veneto) che hanno curato la parte organizzativa.

 

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